Nelle relazioni di coppia non ci sono buoni o cattivi, colpevoli o innocenti, giusti o peccatori. Piuttosto, ci sono buone o cattive relazioni: relazioni che ci arricchiscono e relazioni che ci impoveriscono. C’è buon amore e cattivo amore. E l’amore non basta per assicurare il benessere: serve il buon amore. Il buon amore si riconosce perché in esso siamo esattamente come siamo e lasciamo che l’altro sia esattamente com’è.
Joan Garriga Bacardi – El buen amor en la pareja
Cosa pensate voi della coppia?
Vi fermate mai a riflettere su questo aspetto della vita?
Credete nelle unioni stabili e durature?
E su quali valori pensate si debbano fondare?
Date per scontato che questi valori debbano essere uguali per tutti?
O credete basti che siano condivise dalla coppia?
Vi sentite legati alle convenzioni sociali?
Giudicate internamente chi decide di seguire regole diverse dalle vostre?
E se sì, perché? Sotto sotto, vi sentite attratti dalle quelle regole diverse?
E se sì, cosa vi impedisce di vivere maggiormente in linea con chi sentite di essere veramente?
Queste sono solo alcune delle domande che mi sono posta nel corso della vita.
Molte me le pongo ancora, molte altre arriveranno.
Solo da piccola credevo che esistessero modelli ideali di relazione in senso assoluto.
Oggi sono convinta che esistano modelli ideali per noi e cerco di astenermi da giudizi verso le relazioni altrui. Esistono relazioni diverse, con le proprie regole e i propri stili di navigazione.
Considero presupposti imprescindibili libertà e rispetto.
La cosa in cui credo di più, ma che ci ho messo più tempo a capire è che:
Nessuno può rendermi felice così come, nessuno, può rendermi infelice.
Questo non significa che non mi godo il mio amore o che non provo gioia per le premure di mio marito né, tanto meno, che non provo dolore se mi sento ferita da lui in qualche modo.
Significa qualcosa di molto più importante:
mi assumo la responsabilità della mia vita.
Significa che non demando a lui il mio equilibrio interiore. Me ne occupo io.
Che poi lui sia sempre disponibile a supportarmi e ascoltarmi, così come io sono disponibile a supportare e ascoltare lui, è tutto un altro paio di maniche.
Rimango consapevole che la scelta di come vivere le cose della vita, indirizzarle verso una lettura positiva o negativa, sarà sempre e solo nelle mie mani.
Credo che la felicità dipenda principalmente dalla nostra attitudine e dal nostro modo di stare di fronte a ciò che la vita ci mette davanti. Sentirsi felici non significa né successo, né assenza di dolore, né, tantomeno, assenza di frustrazione. Spesso ci impantaniamo sul vittimismo, la lamentela, l’orgoglio. Oppure diamo la colpa al nostro compagno o a cose esterne.
Se tu fossi più romantico …
Se non ci fosse il covid …
Se lavorassi di meno …
Se cucinassi di più …
Se ti accorgessi di più di me …
Ecc, ecc, ecc …
Io sono regina di vittimismo e lamentela … ma me ne accorgo e ci lavoro.
La coppia, per me, più di ogni altra cosa, rappresenta uno spazio di crescita.
La relazione di coppia non è una relazione di aiuto, ma è una relazione che aiuta. Aiuta nello sviluppo personale a volte attraverso l’allegria, altre volte attraverso la sofferenza e il disagio. Chiarisco che, crescita, non significa più io, ma più tu. La crescita punta all’espansione verso ciò che ci è sconosciuto, all’inclusione di ciò che è altrui.
Ho visto molte persone soffrire nella pretesa di formare una coppia che andava contro la propria natura, contro il proprio stile di vita, contro i propri bisogni, contro i propri desideri.
Per seguire un modello conforme a bisogni sociali non propri.
Ancora più grave: ho visto molte persone confondere i propri bisogni, con quelli imposti dalle convenzioni sociali.
Arnaud Desjardins, in uno dei suoi libri, prova a riassumere, in cinque punti, quelli che dovrebbero essere i pilastri di una relazione d’amore e fiducia.
Ho riflettuto a lungo sul loro significato profondo e li condivido qui anche con voi.
Che fluisca senza troppo sforzo
È la prima cosa che mi ha fatto sentire a mio agio con mio marito.
I nostri sentimenti sono nati e cresciuti in maniera naturale, in maniera comoda e aperta.
Niente giochetti.
Niente mi chiamerà ?
In altre occasioni, mi era capitato che, ogni piccolo passo, richiedesse uno sforzo enorme, insieme alla sensazione di incertezza.
Che si tratti due nature non troppo diverse: ovvero, che la comprensione dell’altro, non sia oltre le nostre capacitÃ
Ovvero quella che io chiamo la vera comprensione.
Ammetto che, io e mio marito, abbiamo nature molto diverse. Diametralmente opposte direi.
Lui è quieto, io passionale.
Io sono reattiva, lui muro di gomma.
Io starei sempre in giro, lui sempre in casa.
Io pianifico, lui vive il momento.
Io sono sportiva, lui non ama lo sforzo fisico.
Di base, però, abbiamo profondamente gli stessi valori, diamo importanza alle stesse cose, ci piace approfondire allo stesso modo, amiamo leggere insieme, viaggiare insieme o, semplicemente stare nello stesso posto, a goderci il silenzio.
Avere inclinazioni e interessi diversi, porta parecchie mareggiate tra noi.
A volte è difficile ascoltarsi e ascoltare, ma, avere gli stessi valori, rende la nostra coppia, la nostra migliore palestra di crescita.
È faticoso, ma estremamente fertile.
Che i membri della coppia siano veri compagni
La relazione di coppia è un cammino comune, occorre avere propositi comuni ed essere alla pari. Sentirsi profondamente sullo stesso piano.
Per la mia esperienza gli squilibri, dove uno dei due si sente, anche in maniera sottile, superiore o migliore o più importante o, peggio ancora, in diritto di guidare la coppia, non portano quasi mai a nulla di buono.
Aver fede. Piena fiducia nell’altro
Senza piena libertà e piena fiducia, non credo possa esistere amore.
La gelosia per gioco si.
Limitarsi dal fare qualcosa, perché l’altro è geloso, anche no.
Credo che la fiducia, sia importantissima: avere piena fiducia che l’atro agisca nel mondo, senza mai volerci fare del male.
Avere il desiderio spontaneo che l’atro stia bene. Cioè avere il desiderio che stia bene al di la delle nostre paure e delle nostre carenze
Quale è il nostro desiderio principale? Rendere felice l’atro o che l’atro ci renda felici?
Nella coppia siamo chiamati a sviluppare qualità come la generosità e la vera considerazione dell’altro.
Credo che, quando questi pilastri fondamentali di una relazione sono saldi, si possono affrontare espatri, mareggiate, giornate di sole e difficoltà .
Non mi importa se, tronando da un viaggio, mio marito non sia a casa ad aspettarmi o viceversa. Non importa davvero.
Ciò che conta, sono i pilastri e lo spazio di crescita e lavoro che c’è tra noi. Non me ne importa nulla se al mio compleanno non arriva con i fiori. Quello di cui mi importa che rispetti lo spazio che mi fa fiorire.
L’amore richiede una distanza giusta. Spesso si confonde l’uno con l’atro. Una coppia che si separa, forse, non si separa per mancanza d’amore, ma perché richiede una diversa modulazione della distanza.
Voi cosa ne pensate?
Vi lascio con un’ultima riflessione che mi ha dato tanto, tanto tanto da pensare:
Accettiamo solo l’amore che pensiamo di meritare.